
Laureata in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli studi di Roma Sapienza.
Specializzata in Cardiologia e Malattie Dell’Apparato Cardiovascolare presso l’Università degli studi di Roma Sapienza.
Esperta in Cardiologia Pediatrica con formazione presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.
Il riconoscimento tempestivo di alcune cardiopatie congenite o acquisite e disturbi del ritmo cardiaco riveste un ruolo molto importante in epoca pediatrica.
Lo screening cardiologico permette di riconoscere, fin dai primi mesi di vita, patologie cardiache che necessitano di un particolare inquadramento clinico e di un successivo attento monitoraggio nel tempo. E’ opportuno che la diagnosi venga eseguita da personale esperto ed altamente qualificato nella branca della Cardiologia Pediatrica, al fine di poter stabilire il migliore iter terapeutico e strumentale.
1. Cardiopatie congenite: sono cardiopatie presenti sin dalla nascita legate ad una alterazione della normale anatomia del cuore e posso essere suddivise in cardiopatie congenite semplici e complesse. Le prime potrebbero avere un decorso libero da sintomi chiari e la diagnosi potrebbe pertanto essere ritardata. È importante identificare una cardiopatia semplice per tempo al fine di seguirne la sua evoluzione, soprattutto durante la crescita, e adottare le giuste strategie di prevenzione qualora servissero. Le cardiopatie complesse, d’altro canto, spesso si presentano con una sintomatologia specifica entro i primi mesi/anni di vita.
2. I disturbi del ritmo cardiaco: sono patologie che riguardano la parte elettrica del cuore e si dividono in alterazioni del ritmo legate ad una bassa frequenza cardiaca (le bradiaritmie) e quelle ad elevata frequenza cardiaca (le tachiaritmie). Nell’ambito delle patologie che riguardano i disturbi del ritmo cardiaco rientrano anche le cardiopatie aritmogene ad origine ereditaria, che possono essere sospettate da un’attenta anamnesi familiare e/o con l’analisi dell’elettrocardiogramma di superficie.
3. Le cardiopatie acquisite: sono tutte quelle forme di cardiopatie che possono presentarsi nel corso della crescita e sono determinate da fattori esterni. Tra queste, ad esempio, vi è la cardiopatia reumatica, sicuramente meno frequente rispetto al passato. Altre cardiopatie di tipo infettivo sono le miocarditi e le pericarditi (che riguardano rispettivamente l’infiammazione del muscolo cardiaco e del pericardio) e che generalmente, essendo sintomatiche, sono spesso diagnosticate in strutture ospedaliere.
Il bambino è generalmente indirizzato ad una valutazione specialistica cardiologica dalla principale figura di riferimento della sua salute: il Pediatra.
Quest’ultimo consiglierà sulla base della sintomatologia riferita e dell’età del paziente una visita con ECG e/o eventuale ecocardiocolordoppler. Nella pratica clinica il Pediatra invia il bambino allo specialista Cardiologo se all’auscultazione cardiaca sono stati identificati soffi cardiaci rilevanti oppure in presenza di sintomi cardiovascolari specifici (palpitazioni, perdita di coscienza, dolore toracico, ecc).
È buona norma, comunque, programmare almeno una prima valutazione cardiologica nell’arco della vita di un bambino, se mai eseguita e soprattutto se si deve intraprendere un’attività sportiva.
A quali esami il bambino dovrebbe essere sottoposto?
Gli esami di I livello ai quali il bambino viene generalmente sottoposto sono i seguenti:
• Esame obiettivo cardiologico: valutazione del compenso emodinamico, auscultazione toracica e dei toni cardiaci con la conseguente identificazione di soffi patologici.
• Anamnesi cardiologica: identificazione di una storia familiare di cardiopatie congenite, cardiomiopatie o patologie ereditarie aritmiche e l’attenta analisi dei sintomi riportati dal bambino o dal genitore.
• ECG (elettrocardiogramma): permette la valutazione del ritmo cardiaco, quindi la presenza di aritmie o altre alterazioni del sistema di conduzione del cuore.
Lo specialista può scegliere di far eseguire al bambino un altro esame di II livello:
• ECOCARDIOCOLORDOPPLER: tale esame strumentale si avvale di un ecografo che mediante ultrasuoni permette di studiare l’anatomia cardiaca completa. Se eseguito da personale esperto e qualificato con attrezzature idonee è in grado di valutare le strutture cardiache, le valvole, i flussi intracardiaci al fine di riconoscere eventuali anomalie strutturali e/o funzionali.
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